Il San Marino Comics, evento di settore in svolgimento dal 26 al 28 agosto 2022, è appena iniziato nella bellissima Repubblica di San Marino. L’evento è dislocato all’interno della mura della città e durerà fino a domenica 28 agosto; in questi tre giorni il programma è davvero ricco di eventi, panel, ospiti e tanto altro.
L’ospite d’eccezione, nonché ideatore della locandina, è Junichi Hayama e, all’interno del Teatro Titano vi è una bellissima esposizione di opere dell’artista.
Naturalmente spicca tra tutte l’opera originale della locandina realizzata dal Sensei; accanto ad essa è possibile leggere il commento dell’autore in merito alla richiesta ed una sua breve biografia.
Junichi Hayama è nato nella prefettura di Nagano nel 1965 e, dopo il liceo, entra a lavoro nella Onion Production come character designer.
Negli anni sono tantissimi i lavori da lui realizzati e, nel 1987, ricopre il ruolo di direttore delle animazioni nella serie “Hokuto no Ken” che lo consacra nel mondo dell’animazione.
Negli anni successivi lavora per altre serie insieme ad altri grandi mangaka e contestualmente inizia la sua carriera anche come animatore indipendente.
Le opere esposte al San Marino Comics, ripercorrono le tappe della carriera del Sensei Junichi Hayama; il Sensei racconta attraverso questa esposizione degli aneddoti che hanno segnato la sua carriera, fatta di animazioni, incontri e contaminazioni di stili insieme ad altri grandi nomi.
Durante la realizzazione della serie Hokuto no Ken, Hayama, ha ricoperto svariati ruoli, come disegnatore di doga, genga fino a ricoprire anche quello di direttore delle animazioni. La fortuna di aver collaborato con il grande Masami Suda ha permesso a Junichi Hayama di poter affinare la tecnica, imparare nuove metodologie di disegno e soprattutto imparare a bilanciare il realismo e la caricatura.
Nella serie Saint Seiya, Hayama ha sempre ammirato i lavori di Shingo Araki, con i quali si confrontò quando fu chiamato a lavorare alla realizzazione degli OAV di “Saint Seiya – “Hades Chapter” ~ Sanctuary ~” e successivamente per “Saint Seiya Tenkai-hen Jousou – Overture” (I Cavalieri dello Zodiaco – Le Porte del Paradiso).
Da questa saga Junichi, in qualità di animatore, imparó moltissimo.
Nella serie Kinnikuman, Hayama rivela che l’opera lo coinvolse attivamente sin dall’inizio; ebbe modo di lavorare non solo alla prima serie, ma anche ad un episodio della serie sequel “Kinnikuman – Kinniku Seioi Sodatsu Hen” che, assieme al responsabile dei prodotti video della Toei di allora, sperava gli sarebbe valsa l’apparizione in copertina sulla rivista specializzata “Animage”.
L’anime de La Corazzata Spaziale Yamato non è una delle serie a cui il maestro ha lavorato, tuttavia ne ha un vivido ricordo avendo letto per caso da bambino il capitolo finale del manga sulla rivista “Boken’o” e riprendendo l’opera nel periodo delle scuole medie seguendo l’anime.
Il disegno illustrato lascia trasparire le varie influenze delle diverse versioni dell’opera, fra il design dei personaggi che sono un incrocio fra lo stile classico dell’anime e quello di “Saraba Uchū Senkan Yamato” (Addio Yamato), mentre l’iconica nave è ispirata ai dettagli di un modellino che possedeva da piccolo cercando di imitare le proporzioni del maestro Leiji Matsumoto.
Nella tavola che raffigura l’imponente Mazinger Z, Hayama afferma di essersi ispirato, senza che sia possibile imitarlo appieno, al design che si può vedere nella sigla di apertura realizzata da Yukiyoshi Hane nel 1972, constatando quanto l’idea di adoperare termini inglesi per i veicoli e le armi da parte di Go Nagai sia stata efficace e d’impatto.
La tavola che raffigura Devilman è tratta da un momento di calma prima che Akira torni da Miki, anche se in un’altra tavola Hayama ha raffigurato lo spettacolare scontro fra la bella e letale arpia Silen e Devilman.
Nel ricordare il manga, l’artista condivide la sensazione di stupore davanti alle creature demoniache disegnate da Go Nagai, forte dell’ispirazione della ricca iconografia cristiana raffigurata nella Divina Commedia.
L’illustrazione di Goldrake replica con efficacia quella netta demarcazione che distingueva il robot dalle serie precedenti dei Mazinger, differenza che Hayama aveva percepito sin da giovane, raffigurandolo in maniera dinamica mentre si sgancia dallo Spazer con sullo sfondo un primo piano di Daisuke Umon (Actarus), riprendendo numerosi elementi dello stile di animazione originale.
Nell’illustrazione del trio originale di Getter Robot, Hayama ha mischiato elementi visivi dell’anime originale e del manga, sottolineando che il primo manga che abbia mai comprato fu quello di Getter Root G disegnato da Ken Ishikawa, sottolineando come lo stile unico del compianto illustratore ha avuto un forte impatto su di lui.
La tavola che raffigura Jeeg è stata concepita non nella posa classica fin troppo sfruttata ma mentre il robot è in procinto di usare il maglio perforante con sullo sfondo il Big Shooter e Pantheroid.
Nonostante Hayama abbia seguito più il manga che l’anime, non manca il tocco caratterizzante dell’olio che cola dalle ferite come fosse sangue, un tocco umanizzante in linea con la serie.
L’illustrazione di Cyborg 009 lascia trasparire un tratto più personale dato che, a detta dello stesso Hayama, nonostante si rifaccia allo stile della trasposizione animata del 1979, il risultato in realtà è una sua elaborazione originale frutto della sua personale abilità.
Una tavola originale che rappresenta un samurai. Lo stile bicromatico adoperato trasmette serietà e ferocia, un binomio che si sposa alla perfezione con il titolo dell’opera che significa “il mio cuore è saldo come una roccia” e che effettivamente dona all’illustrazione un’aria scenica e cinematografica.
Appassionato ed affascinato dal collezionismo, si avvicina a questo hobby grazie alla sua passione per Saint Seiya (I Cavalieri dello Zodiaco) che lo porterà poi ad allargarla a Gundam ed a diversi personaggi di anime e manga.